
Sono Emanuela Gatto, mamma di Filippo Cerbino, un adolescente di 17 anni. A maggio gli è stato diagnosticato un tumore al testicolo e dopo una settimana è stato operato. Dall’esame istologico abbiamo scoperto che il tumore era maligno. In un primo momento sembrava contenuto solo al testicolo. Al controllo però i marker si erano alzati e i medici hanno ritenuto opportuno procedere con 4 cicli di chemioterapia, vista l’età e l’aggressività del tumore. All’inizio, sapere che tuo figlio – un ragazzo sportivo che è sempre stato sano – ha un tumore ti spaventa tantissimo. Pensi che potrebbe morire… Poi prendi contatto con la realtà. Ti informi su quello che si può fare. Ti occupi della quotidianità. Devi essere molto forte, molto lucido, perché in quel momento sai che devi fare la scelta migliore, a partire dall’ospedale dove ti rivolgi. Ti vengono mille dubbi: vado a Milano? Vado a Varese? Incominci a informati su cosa sia meglio per tuo figlio per garantirgli la guarigione.
Al Day Center dell’ospedale del Ponte di Varese ho incontrato la Fondazione Giacomo Ascoli. E qui ho trovato la famiglia che ci ha aiutato sia nella parte burocratica, con la legge 104, sia nella parte scolastica con l’uso di Ivo, il robot per seguire le lezioni da casa. Sapere che qualcuno ti sta aiutando è stupendo. Sai che non sei mai da solo, c’è sempre qualcuno che ride, scherza e ti aiuta a superare anche i momenti più difficili.
C’è un volontario che stamattina è venuto a trovare mio figlio, non era il suo turno, eppure l’ha fatto per amicizia. La malattia è stata lo spunto per conoscere persone che hanno un animo generoso e sono predisposti verso gli altri. Un’esperienza di vita davvero forte.