
Appena ho iniziato la mia esperienza come volontario ero terrorizzato dall’idea di entrare in sala giochi o all’interno delle stanze, per quello che avrei potuto dire o fare e mi chiedevo: “Come posso entrare in contatto con tutti questi bambini così diversi fra loro?” Poi mi sono accorto che i loro volti e quelli di tutti i volontari al mio fianco avevano qualcosa in comune. Avevano bellissimi sorrisi. Un gesto così piccolo che può diventare uno stimolo affinché il nostro prossimo sia sempre più prossimo, capace di farti entrare a contatto con un mondo fatto di semplicità, con la vita reale delle persone per capirne i bisogni e farle sentire meno sole. Tutt’ora, dopo quasi due anni, quando varco la soglia della sala giochi l’atmosfera di positività e grande gioia mi travolgono esattamente come la prima volta. Mettendomi a disposizione degli altri, ho imparato a fermarmi con loro, ad ascoltarli e a lasciarmi conquistare dal loro spirito. Mi sono accorto che la ricompensa più grande per il tempo donato è ricevere un sorriso dai piccoli pazienti che lasciano il Day Center per tornare a casa e addirittura sentirli dire “Voglio stare ancora un po’”. Avere un cuore grande per racchiudere tutte queste emozioni vuol dire essere un volontario.
Andrea Terranova